CAT tool e machine translation: le nuove tecnologie velocizzano e ottimizzano il lavoro dei traduttori

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Nell’ultimo decennio l’impatto degli strumenti informatici, della rete internet e dell’intelligenza artificiale (AI) ha cambiato in maniera radicale il modus operandi dei traduttori. In questo articolo vediamo quali sono state le più importanti innovazioni, già recepite da qualsiasi servizio di traduzione al passo con i tempi.

Da un lato sono arrivati gli strumenti per la traduzione assistita da computer (CAT tool), programmi da scaricare o piattaforme online che permettono ai traduttori di avvalersi di svariati ausili:

  • memorie di traduzione (TM) – ovvero, dei database in cui vengono salvate le frasi nella lingua di partenza e la loro traduzione nella lingua target al fine di poterle riutilizzare in seguito qualora si ripresentino in forma del tutto uguale o parzialmente sovrapponibile;
  • database terminologici (Termbase) – in pratica, dei glossari specialistici che vengono richiamati automaticamente a ogni comparsa della parola o della locuzione nel testo da tradurre;
  • concordanze all’interno della memoria di traduzione (ovvero ricerca puntuale di parole o porzioni di testo nelle parti già tradotte in precedenza per aumentare la coerenza interna del lavoro).
  • strumenti per il controllo della qualità linguistica (LQA): verifica automatica di ortografia, grammatica, terminologia, stile.
    Nei CAT tool il professionista può operare su un’interfaccia semplice e meramente linguistica, prescindendo da fattori come formattazione e impaginazione, di cui si occupa quasi esclusivamente il software permettendo così al traduttore di concentrarsi sulle questioni linguistiche.

Parallelamente ai CAT tool si sono sviluppate le tecnologie per la traduzione automatica (Machine Translation o MT) – ovvero dei sofisticati software capaci di tradurre un testo da una lingua sorgente verso una lingua di arrivo senza l’intervento umano, nonché di essere customizzati a seconda del settore merceologico e di essere “addestrati” in modo da migliorare nel tempo la qualità dell’output.

Come dicevamo, qualsiasi società di traduzione che voglia stare al passo con le necessità frenetiche del mercato odierno, garantendo ai suoi clienti l’elaborazione di elevati volumi di contenuti e un rapido time-to market non può più prescindere dall’utilizzo di questi strumenti. Ma questo significa forse che la figura del traduttore è destinata a sparire di qui a breve? Assolutamente no e questo per almeno due validi motivi:

  1. Le traduzioni prodotte dal computer (che non siano a mero uso personale o informale) richiedono sempre una revisione umana (tecnicamente si parla di post-editing), che può essere più o meno approfondita a seconda dei casi e deve essere eseguita da un professionista in possesso di una comprovata competenza tematica o settoriale. La machine translation può indubbiamente accrescere la produttività ma non può garantire né la scorrevolezza del testo né afferrare le implicazioni idiomatiche o extratestuali spesso contenute in un messaggio scritto. L’intervento umano è imprescindibile.
  2. In un modo globalizzato il processo di traduzione è spesso e soprattutto una questione di localizzazione, ovvero un adattamento culturale al mercato di destinazione per evitare fraintendimenti e gaffes. Localizzare servizi e prodotti per fini commerciali richiede un’expertise che non prescinde dalla traduzione, ma va ben oltre.

Riassumendo possiamo dire gli strumenti digitali oggi a disposizione dei traduttori e delle agenzie di traduzione sono un validissimo ausilio per il risparmio di tempo, soprattutto nei testi che hanno caratteristiche di ripetitività ed esigono coerenza terminologica e stilistica ma non possono in alcun modo sostituire la competenza umana e culturale. L’abbinamento tra i due asset (tecnologico e umano) è invece vincente e concorrenziale.


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